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Olio CBG, cos’è? Proprietà e benefici del cannabigerolo

olio cbg

CBG cos’è

Il cannabigerolo contenuto nell’olio CBG, è uno dei numerosi cannabinoidi non psicoattivi presenti all’interno della pianta di cannabis sativa L. e, anche se è meno conosciuto rispetto ad altri come il CBD o il THC, questo fitocomposto si sta guadagnando un posto di eccellenza grazie alle sue proprietà e ai benefici per l’organismo.

Infatti come dimostra il sito PubMed, uno dei maggiori database mondiali di ricerche mediche e scientifiche, gli studi sul CBG sono aumentati esponenzialmente dal 1976 ad oggi.

Il cannabigerolo si trova nei tricomi della pianta ed è il primo cannabinoide a svilupparsi. Per questo motivo è considerato il padre dei cannabinoidi. Infatti nelle piante giovani è il composto più abbondante, poi, con la maturazione e in seguito al processo di decarbossilazione, dopo la raccolta, il CBG si converte in altri cannabinoidi come il CBD e la sua quantità scende al di sotto dell’1%. Questo è uno dei motivi che lo rendono abbastanza limitato e quindi costoso.

Il CBG, cos’è? Usi e benefici

I benefici del CBG

Il CBG produce benefici, al pari degli altri cannabinoidi, interagendo con il sistema endocannabinoide, favorendo l’aumento di anandamide (principale cannabinoide endogeno insieme al 2-AG) e portando al suo riequilibrio, a beneficio dell’intero organismo.

Il CBD e il CBG derivano entrambi dall’acido cannabigerolico (CBGA), ma pur avendo molte somiglianze e pur condividendo molti dei potenziali benefici, si tratta di due cannabinoidi molto diversi e che agiscono sinergicamente in maniera complementare. Ad esempio, si è osservato che il CBG riesce a legarsi meglio ai recettori CB1 e CB2 del cervello con conseguente miglioramento dei sintomi legati ad ansia, stress, insonnia e a anche stati di paranoia.

Inoltre il CBG è un inibitore di GABA (acido gamma-amminobutirrico) favorendo così il rilassamento muscolare, specialmente se utilizzato in sinergia con il CBD. Uno studio effettuato nel 2022 riporta che quasi tutti i 127 partecipanti che utilizzavano cannabis al CBG per ansia, stress, insonnia e dolore cronico, hanno avuti netti miglioramenti, anche rispetto alla terapia farmacologica e senza effetti collaterali di rilievo.

Il CBG attualmente viene studiato e sperimentato per via dei suoi potenziali effetti benefici che si stanno rilevando in numero sempre maggiore.

Olio CBG e glaucoma

Il cannabigerolo si è rivelato molto attivo nel trattamento del glaucoma, termine con il quale si definisce una malattia oculare causata da un aumento della pressione oculare, provocata, a sua volta, da un accumulo di umor acqueo che non riesce più a defluire a causa dell’ostruzione delle sue vie. Si conoscono due tipi di glaucoma:

  • ad angolo aperto, è quello più diffuso e si manifesta attraverso una lenta, ma inesorabile occlusione delle vie di deflusso dell’umor acqueo, all’inizio quasi sempre asintomatico;
  • ad angolo chiuso, più raro, si manifesta con un’ostruzione brusca e improvvisa delle vie di deflusso dell’umor acqueo.

Trattandosi di un disturbo degenerativo, il campo visivo viene gradualmente compromesso arrivando alla cecità.

Il trattamento farmacologico mira a ridurre la pressione intraoculare mediante l’uso di farmaci come ad esempio la pilocarpina, il timololo o la brimonidina. Nel caso in cui i farmaci non dovessero essere sufficienti, si ricorre al trattamento chirurgico.

Le prime notizie relative all’uso di cannabis per la cura del glaucoma risalgono al 1971; mentre nel 1974 iniziò una vera e propria rivoluzione della cannabis terapeutica. In quell’anno infatti, un uomo di nome Robert C. Randall che soffriva di glaucoma, scoprì che dopo aver fumato cannabis i sintomi miglioravano notevolmente, quindi iniziò a coltivarla in casa, visto che acquistarla era molto costoso.

Poco dopo, a seguito di alcuni controlli di polizia, le sue piante furono scoperte così Randall fini davanti alla Corte di Giustizia. In seguito alle sue testimonianze circa i benefici della cannabis sulla sintomatologia del glaucoma il tribunale lo fece sottoporre ad una serie di test presso l’Università di Los Angeles che supportassero la sua tesi e finalmente, nel 1976 la Corte Suprema americana fece cadere le accuse nei suoi confronti affermando che: “il Sig. Randall fece di necessità virtù… e il male che cercò di evitare, la cecità, è maggiore di quello compiuto”,  così Robert C. Randall divenne il primo utilizzatore legale di cannabis terapeutica.

Negli anni successivi gli studi sugli effetti dei cannabinoidi sul glaucoma si moltiplicarono dimostrando i loro benefici nel ridurre la pressione intraoculare, con riferimenti specifici al CBG che è privo di tossicità e non provoca iperemia oculare e congiuntivale, come riportato in questa ricerca. Anche se il meccanismo di azione non è ancora del tutto compreso, studi osservano che l’abbassamento della pressione intraoculare esercitato dai cannabinoidi sia dovuto alla loro interazione con i recettori CB1 presenti nel tessuto oculare, i quali modificano la produzione di umor acqueo e riducono la pressione arteriosa al livello dei capillari oculari.

Il primo trattamento del glaucoma con il CBG risale al 1984 ed oggi l’utilizzo di cannabis e cannabinoidi specifici come il CBG “per l’effetto ipotensivo nel glaucoma resistente alle terapie convenzionali” lo troviamo anche nelle indicazioni ministeriali, frutto di decenni di studi pre-clinici e clinici che ne confermano l’efficacia.

I benefici antibatterici e antimicotici del CBG

Il CBG ha dato ottimi riscontri anche nel trattamento di infezioni batteriche farmaco-resistenti come ad esempio quella dello stafilococcus aureus resistente alla meticillina (MRSA).

Negli ultimi anni i batteri sono diventati sempre più resistenti ai trattamenti farmacologici a causa di un uso smodato di antibiotici ai quali si fa ricorso anche negli allevamenti intensivi. Per questo motivo i batteri hanno subito delle mutazioni che li rendono immuni ai trattamenti tradizionali e da qui è nata l’urgente necessità a livello mondiale di trovare misure adeguate per contrastarli.

Le ricerche si stanno concentrando sugli effetti antibatterici di cannabinoidi specifici come il CBG, il CBD e il CBC. In particolare il CBG si è rivelato quello più attivo sia sui batteri gram- positivi che quelli gram-negativi. Si osserva infatti che il cannabigerolo agisce su due fronti:

  • è in grado di inibire la formazione del biofilm e di dissolvere quello già formato che protegge i batteri G+ in modo da renderli vulnerabili e facilmente eliminabili;
  • il CBG riesce a debellare le colonie persistenti di batteri, cioè cellule batteriche dormienti più resistenti ai trattamenti antibiotici. Anche i questo caso il cannabinoide si è rivelato efficace lì dove antibiotici come l’oxacillina e la vancomicina non hanno avuto alcun effetto. A sorpresa il CBG ha eradicato le cellule persistenti di MRSA in 30 minuti dal trattamento.

Quanto ai batteri G-, la ricerca ha evidenziato che il cannabigerolo sia capace di agire direttamente sulla loro membrana interna e, usato in sinergia un antibiotico tradizionale, come il polymyxin B, riesce a debellare la crescita di patogeni G- come l’Escherichia Coli e la Klebsiella.

Le ricerche condotte finora dimostrano che il CBG, non avendo effetti psicoattivi, è un candidato di eccellenza della futura classe di antibiotici, supportato da ottimi risultati nei test condotti fino ad oggi.

Proprietà neuroprotettive del CBG

Negli corso dell’ultimo decennio sono aumentati considerevolmente anche gli studi relativi alle proprietà neuroprotettive di cannabinoidi come il CBD e il CBG. Molte ricerche asseriscono, infatti, che il cannabigerolo in particolare riesce a proteggere i neuroni dai danni provocati dalla malattia di Huntington, una malattia neurodegenerativa ereditaria che comporta disfunzioni motorie, cognitive e psichiatriche, causata da una mutazione nel gene che produce huntingtina che diviene tossica per i neuroni striatali e corticali.

Le ricerche effettuate, come quella del 2015, ci mostrano che l‘olio CBG sembra essere particolarmente protettivo contro le disfunzioni mitocondriali e i danni ossidativi dei neuroni.

Olio CBG e CBD contro le infiammazioni intestinali

Uno studio tutto italiano condotto presso l’Università Federico II di Napoli in collaborazione con il CNR ha indagato sulle proprietà che ha il CBG di contrastare le infiammazioni croniche intestinali (IBD) come il morbo di Crohn e la colite ulcerosa.

Il team ha osservato che il cannabigerolo ha ridotto l’infiammazione intestinale attraverso l’inibizione dell’ossido nitrico (NO), delle citochine pro-infiammatorie e dei ROS che causano lo stress ossidativo delle cellule epiteliali intestinali.

Il CBG e il CBD lavorano in sinergia interagendo in maniera diversa sui recettori CB1 e CB2 dell’intestino in modo da ottimizzare anche l’espressione del sistema immunitario la cui modulazione è fondamentale in caso di IBD.

Effetti antitumorali del CBG

Al pari del CBD, si osserva che anche il CBG vanta notevoli doti antitumorali. Gli studi effettuati rivelano che è particolarmente attivo verso le cellule cancerogene di colonseno e nei glioblastomi con vari meccanismi d’azione che vanno dall’induzione dell’apoptosi all’alterazione del metabolismo cellulare che ne provoca l’autofagia.

Anche se la strada da percorrere è ancora lunga, le ricerche fatte pongono le basi per la sperimentazione terapeutica.

Proprietà rilassanti del CBG

Anche in questo caso CBD e CBG lavorano in sinergia e si completano a vicenda. Infatti,, per quanto riguarda gli effetti benefici su ansia, stress, insonnia e rilassamento generale, operano su due fronti diversi: come detto prima, il CBG inibisce il GABA (acido gamma-amminobutirrico) esercitando un effetto miorilassante soprattutto a livello fisico; il CBD (vedi paragrafo), invece, interagisce con i recettori della serotonina 5-HT portando ad un rilassamento psichico.

Entrambi i cannabinoidi favoriscono un generale benessere psico-fisico che permetterà un sonno ristoratore privo di interruzioni.

Conclusioni

Nonostante la strada da percorrere sia ancora lunga, le ricerche effettuate gettano le basi per futuri studi terapeutici. In particolare, il CBD e il CBG lavorano in sinergia e si completano reciprocamente, fornendo benefici per ansia, stress, insonnia, rilassamento generale, ecc. Scegliere un olio CBG di qualità è fondamentale per ottenere in benefici desiderati.

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