Gli effetti antitumorali del CBD e di altri cannabinoidi come il CBG, sono ormai noti dal 1974, quando al Medical College of Virginia fu avviato uno studio, finanziato dal National Institute of Health, per dimostrare che la cannabis provocasse il cancro. Sorprendentemente i ricercatori scoprirono l’esatto contrario. Infatti l’anno successivo pubblicarono i risultati in un articolo su The Journal of the National Cancer Institute che mettevano in luce le proprietà antitumorali dei fitocannabinoidi, osservando l’attività antiproliferativa su tre tipi di tumore (polmone, seno e leucemia).
Apoptosi e proliferazione cellulare
Uno dei meccanismi principali attraverso cui si esplicano gli effetti antitumorali del CBD è l’induzione dell’apoptosi, ovvero la morte programmata delle cellule cancerose. Uno studio pubblicato sulla rivista Journal of Clinical Investigation ha dimostrato che il CBD può indurre l’apoptosi in cellule di cancro al seno umano. Gli autori hanno osservato che il CBD attiva i recettori TRPV1, provocando un aumento dei livelli di calcio intracellulare, che a sua volta innesca l’apoptosi .
Gli studi dei dieci anni successivi furono raccolti in una pubblicazione uscita nel 2008 in cui si evidenziano le capacità dei cannabinoidi di limitare l’infiammazione e la proliferazione e di indurre l’apoptosi delle cellule maligne, suggerendo che gli agonisti dei recettori cannabinoidi delle cellule tumorali potessero rappresentare una nuova strategia di cura, come viene affermato in un altro articolo del 2012 su Nature.
In un altro studio, pubblicato su Molecular Cancer Therapeutics, i ricercatori hanno scoperto che il CBD inibisce la proliferazione delle cellule di carcinoma del polmone non a piccole cellule (NSCLC). Il meccanismo proposto implica la modulazione del ciclo cellulare e l’induzione dell’apoptosi attraverso la via p38 MAPK e l’inibizione dell’AKT/mTOR, due pathway cruciali per la sopravvivenza e la proliferazione delle cellule tumorali .
Nel 2019, sempre il Nature, pubblicò un altro articolo in cui i ricercatori analizzavano gli effetti del CBD sulla linea cellulare della leucemia linfoblastica acuta a linfociti T, un tipo di tumore molto resistente alla chemioterapia. Questo studio ha osservato che il cannabidiolo prende di mira direttamente i mitocondri delle cellule maligne spingendole all’autofagia e alla morte cellulare, sempre attraverso il sovraccarico di calcio.
Lo studio italiano sugli effetti antitumorali del CBD
Sulla base di un’altra ricerca, nel 2022 è partito uno studio tutto italiano, capitanato dalla Dott.ssa Federica Pellati, docente associato di chimica farmaceutica presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. L’obiettivo è quello di studiare le caratteristiche antiproliferative dei cannabinoidi non psicoattivi e del CBD in particolare.
Anche una ricerca svolta presso l’università di Brescia dimostra come il CBD, influenzando il metabolismo delle cellule del tumore prostatico, sia in grado di indurre la loro apoptosi.
Oltre a tutti gli studi scientifici, non mancano le testimonianze dirette di persone che sperimentano con successo le potenzialità antitumorali dei cannabinoidi, come il caso (riportato su una rivista scientifica) di un paziente inglese con tumore polmonare che, dopo aver rifiutato le terapie convenzionali, ha deciso di assumere olio CBD con effetti straordinari. Infatti dopo un mese dall’assunzione, il tumore non solo non era progredito, ma si era addirittura dimezzato.
Effetti anti-angiogenesi e antimetastatici del CBD
Gli studi successivi hanno dimostrato che i cannabinoidi possono anche ridurre l’angiogenesi (formazione di nuovi vasi sanguigni) e l’invasione delle cellule tumorali, fornendo ulteriori prove del loro potenziale come terapia antitumorale. Uno studio pubblicato su The FASEB Journal ha dimostrato che il CBD può inibire l’angiogenesi tumorale. Gli autori hanno osservato che il CBD riduce l’espressione di fattori pro-angiogenici come VEGF e IL-8 nelle cellule di carcinoma ovarico, diminuendo così la capacità del tumore di formare nuovi vasi sanguigni .
Inoltre, il CBD ha mostrato capacità di inibire le metastasi, ovvero la diffusione del tumore ad altre parti del corpo. Uno studio su modelli murini di cancro al polmone ha rivelato che il trattamento con CBD riduce significativamente il numero di noduli metastatici nei polmoni. Questo effetto è mediato dalla riduzione dell’espressione di proteine di adesione e dall’inibizione della migrazione e invasione delle cellule tumorali .
Interazione del CBD con i trattamenti convenzionali
Un aspetto promettente dell’uso del CBD in oncologia è la sua capacità di potenziare gli effetti dei trattamenti antitumorali convenzionali. Un esempio rilevante è lo studio pubblicato su Oncogene, in cui i ricercatori hanno osservato che il CBD può aumentare la sensibilità delle cellule di glioblastoma alla temozolomide, un chemioterapico utilizzato nel trattamento di questo tipo di tumore cerebrale aggressivo. Il CBD sembra agire riducendo l’espressione di geni associati alla resistenza alla chemioterapia, rendendo così le cellule tumorali più suscettibili al trattamento .
Analogamente, uno studio su Cancer Letters ha riportato che il CBD può sinergizzare con il paclitaxel, un comune agente chemioterapico, per inibire la crescita delle cellule di carcinoma mammario. I risultati hanno mostrato una significativa riduzione della proliferazione cellulare e un aumento dell’apoptosi rispetto al trattamento con paclitaxel da solo .
Inoltre, l’uso dei cannabinoidi può aiutare a ridurre i sintomi associati alla chemioterapia, come nausea, vomito e perdita di appetito. Sono state anche identificate diverse vie di segnalazione cellulari coinvolte nell’effetto antitumorale dei cannabinoidi, fornendo una migliore comprensione dei meccanismi di azione. Tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche per valutare l’efficacia e la sicurezza dei cannabinoidi come terapia antitumorale prima che possano essere ampiamente utilizzati nella pratica clinica.
Studi clinici sull’impiego del CBD
Sebbene gran parte della ricerca sugli effetti antitumorali del CBD sia ancora in fase preclinica, alcuni studi clinici stanno iniziando a esplorare il suo potenziale terapeutico negli esseri umani. Uno studio clinico di fase I, pubblicato su Frontiers in Oncology, ha valutato la sicurezza e l’efficacia del CBD in pazienti con glioblastoma. I risultati preliminari hanno indicato che il trattamento con CBD è ben tollerato e può prolungare la sopravvivenza nei pazienti, sebbene siano necessari studi più ampi per confermare questi risultati.
Inoltre, uno studio clinico in corso presso l‘Università di Nottingham sta indagando gli effetti del CBD in combinazione con la radioterapia in pazienti con carcinoma polmonare. Gli autori sperano di determinare se il CBD può migliorare l’efficacia della radioterapia e ridurre gli effetti collaterali associati.
Considerazioni finali
Nel campo dell’oncologia, numerosi studi preclinici che supportano i potenziali effetti antitumorali del CBD. Tuttavia, è importante sottolineare che la maggior parte delle evidenze proviene da studi in vitro e su modelli animali, e sono necessari ulteriori studi clinici per confermare questi risultati negli esseri umani.
Il CBD potrebbe offrire una nuova opzione terapeutica per i pazienti oncologici, specialmente se utilizzato in combinazione con trattamenti convenzionali. La sua capacità di indurre l’apoptosi, inibire la proliferazione cellulare, l’angiogenesi e le metastasi, insieme alla sua potenziale sinergia con altri farmaci antitumorali, rende il CBD un candidato interessante per future terapie anticancro.
In conclusione, mentre la ricerca continua a svelare i complessi meccanismi attraverso cui il CBD potrebbe combattere il cancro, è cruciale che i pazienti discutano qualsiasi uso di CBD con i loro medici, considerato che l’interazione con altri farmaci e le variazioni nella qualità dei prodotti a base di CBD potrebbero influenzare i risultati del trattamento.