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Canapa: un tesoro sostenibile per l’ambiente e la transizione ecologica

pianta di canapa sativa

La pianta di canapa (Cannabis sativa L.) viene coltivata da migliaia di anni in tutto il mondo. Un tempo apprezzata per le sue fibre robuste e versatili, è tornata alla ribalta negli ultimi anni grazie alle sue proprietà straordinarie in termini di sostenibilità e difesa dell’ambiente, oltre ai suoi benefici terapeutici. L’attenzione nei confronti della canapa è cresciuta anche a seguito dell’aumento della consapevolezza riguardo al cambiamento climatico e all’esigenza di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e dai materiali non sostenibili, come la plastica e il cemento.

La canapa appartiene alla famiglia delle Cannabinacee. Nel 1753 il biologo svedese Carlo Linneo la denominò “cannabis sativa” per distinguerla dalla “indica di Lamark, anche se in realtà si tratta della stessa specie. Successivamente, per ragioni legate alla morfologia, al contenuto di fitocomposti e al tipo di coltivazione, fu suddivisa in tre sub-specie: la cannabis sativa L., la cannabis indica e la cannabis ruderalis, quest’ultima utilizzata soprattutto per le ibridazioni in modo da creare genetiche autofiorenti più resistenti e più facili da coltivare, senza l’ausilio di pesticidi e composti chimici.

La canapa sativa è originaria delle zone equatoriali e, dal punto di vista morfologico, si presenta con un fusto che può raggiungere un’altezza notevole, anche fino a 5 m quando coltivata all’aperto, con foglie sottili e lanceolate e con infiorescenze ricche di terpeni e cannabinoidi; la canapa indica di origine subtropicale, invece, ha un aspetto cespuglioso con foglie più larghe e corte. Anche le sue infiorescenze sono ricche di fitocomposti, con elevati contenuti di CBD.

cannabis indica
Canapa indica

Questa pianta offre una vasta gamma di soluzioni ecologiche che vanno oltre il semplice utilizzo per la produzione di tessuti o carta. Si tratta di una pianta che, attraverso il suo ciclo di vita, contribuisce significativamente alla riduzione delle emissioni di CO2, alla depurazione dell’aria e del suolo e alla creazione di biocarburanti e materiali da costruzione ecologici. Questo articolo esplora in dettaglio come la coltivazione della canapa possa fungere da catalizzatore per una transizione ecologica, riducendo l’impatto ambientale e offrendo nuove opportunità sostenibili per l’industria e la società.

La canapa e la depurazione ambientale: bonifica di suolo e aria

La cannabis sativa è una pianta che si presta naturalmente alla coltivazione biologica in quanto, essendo molto resistente, non necessita di fertilizzanti, pesticidi o erbicidi; infatti la sua crescita è talmente rapida e fitta che non permette lo sviluppo delle piante infestanti, evitando così il ricorso a sostanze inquinanti. 

Uno dei principali vantaggi è la sua capacità di agire come pianta fitodepurante, ovvero in grado di assorbire e trattenere elementi inquinanti dal suolo e dall’aria. Questa proprietà rende la canapa una scelta ideale per la bonifica di terreni contaminati. Le radici profonde della canapa sono in grado di estrarre metalli pesanti come piombo, cadmio e arsenico dal suolo, migliorandone la qualità e rendendolo nuovamente fertile per future coltivazioni.

In questo contesto, la canapa ha dimostrato la sua utilità anche in situazioni particolarmente difficili. Ad esempio, in luoghi contaminati da scarti industriali o incidenti nucleari, ha contribuito a ridurre i livelli di tossine nel suolo. Un caso noto è quello di Chernobyl, dove la pianta è stata utilizzata con successo per la bonifica del terreno inquinato dalle radiazioni. Questo processo non solo riduce il contenuto di sostanze tossiche, ma aiuta anche a stabilizzare il terreno, prevenendo l’erosione. Un altro esempio è quello che riguarda la fitodepurazione dei terreni circostanti le acciaierie dell’ILVA di Taranto, fortemente inquinati a causa delle lavorazioni e della cattiva depurazione degli impianti.

Oltre a purificare il suolo, la canapa ha un impatto positivo anche sull’aria. Durante il suo ciclo di crescita, la pianta assorbe grandi quantità di anidride carbonica (CO2) dall’atmosfera. Ha un tasso di crescita rapido, che le permette di sequestrare fino a 1,6 tonnellate di CO2 per ogni tonnellata di pianta coltivata, un tasso notevolmente più alto rispetto a molte altre colture. Questa proprietà rende la canapa una risorsa cruciale nella lotta contro il cambiamento climatico, poiché contribuisce a ridurre l’accumulo di gas serra nell’atmosfera.

Basti pensare che un ettaro di canapa riesce ad assorbire fino a 15 tonnellate di CO2, a differenza di un ettaro di foresta che può assorbire da 2 a 6 tonnellate, a seconda della specie arborea e della zona geografica.

Fibre tessili di canapa: sostenibilità e resistenza

La produzione di fibre tessili è uno degli impieghi più antichi e diffusi della pianta di canapa. Le sue fibre, infatti, sono note per la loro resistenza, durabilità e sostenibilità. A differenza di molte altre fibre naturali, come il cotone, la canapa richiede quantità minime di acqua e non necessita di pesticidi o fertilizzanti chimici per crescere, rendendola una scelta ecologica per l’industria tessile.

Il cotone è attualmente la coltura tessile più diffusa al mondo, ma il suo impatto ambientale è significativo. Richiede grandi quantità di acqua per crescere e spesso viene coltivato utilizzando pesticidi che danneggiano l’ecosistema circostante. Inoltre la sua lavorazione comporta l’immissione di elevate quantità di CO2 nell’atmosfera. Per darvi un’idea, per produrre una semplice maglietta di cotone vengono rilasciati 2,2 kg di CO2; per non parlare di una maglietta di acrilico, poliammide o altro materiale plastico che rilascia fino a 5 kg di CO2; invece la produzione una maglietta di canapa comporta il rilascio di soli 0,5 kg di CO2.

La canapa, quindi, è una coltura a basso impatto ambientale, sia termini di fabbisogno idrico, sia per quanto riguarda le emissioni di CO2, inoltre migliora la qualità del suolo piuttosto che depauperarlo. Le sue radici lunghe e profonde aerano il terreno e lo proteggono dall’erosione, contribuendo a mantenere fertile il suolo per altre coltivazioni.

In più, le fibre di canapa sono naturalmente antibatteriche, anti-UV e traspiranti, qualità che le rendono ideali per la produzione di abbigliamento sostenibile. I capi di abbigliamento in canapa sono resistenti e durano a lungo nel tempo, riducendo così la necessità di frequenti sostituzioni e contribuendo a un modello di consumo più circolare e meno impattante sull’ambiente.

fibre tessili di canapa
Filati di canapa

Biogas e biocarburanti dalla canapa: una fonte di energia rinnovabile

Un altro aspetto particolarmente interessante della canapa è il suo potenziale nella produzione di biocarburanti e biogas, energie rinnovabili essenziali per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili.

Dalla biomassa della pianta di canapa si possono ottenere diversi tipi di carburanti ecologici:

Biodiesel

Il biodiesel può essere prodotto dai semi di canapa attraverso la loro spremitura per ottenere oli che possono essere convertiti in carburante. Il biodiesel di canapa ha la capacità di alimentare veicoli con motori diesel tradizionali, riducendo significativamente le emissioni di carbonio rispetto ai combustibili fossili.

Etanolo

Anche i gambi e altre parti della pianta possono essere trasformati in etanolo, un biocarburante che può essere miscelato con la benzina per ridurre l’impatto ambientale dei motori a combustione interna.

Biogas

La biomassa di canapa può essere utilizzata anche per la produzione di biogas attraverso un processo di digestione anaerobica. Questo gas può alimentare impianti di energia o essere utilizzato per il riscaldamento, fornendo così una fonte di energia pulita e rinnovabile per le comunità locali.

L’utilizzo della canapa per la produzione di carburanti rinnovabili offre numerosi vantaggi. Prima di tutto, la coltivazione della canapa richiede meno risorse rispetto ad altre colture destinate alla produzione di biocarburanti, come il mais o la soia. Inoltre, la canapa può essere coltivata in terreni marginali, che non sarebbero altrimenti utilizzabili per la produzione alimentare, evitando così il conflitto tra colture per cibo e colture per energia.

semi di canapa
Semi di canapa

Bioedilizia e materiali da costruzione ecologici

Oltre alla produzione di fibre tessili e biocarburanti, la canapa ha trovato applicazioni anche nel settore della bioedilizia. La sua biomassa può essere utilizzata per produrre materiali da costruzione sostenibili e a basso impatto ambientale. Un esempio è il canapulo, ottenuto dai gambi della pianta, che viene utilizzato per la produzione di mattoni e pannelli isolanti.

Il canapulo ha proprietà isolanti eccezionali, sia dal punto di vista termico che acustico, ed è completamente biodegradabile. Questo materiale può sostituire i prodotti convenzionali, come il cemento e la plastica, che hanno un impatto ambientale disastroso sia in termini di produzione che di smaltimento. Inoltre, gli edifici realizzati con materiali a base di canapa presentano un’impronta di carbonio molto bassa, poiché la pianta sequestra CO2 durante il suo ciclo di vita, compensando le emissioni generate durante la costruzione.

L’uso della canapa nella bioedilizia è quindi una soluzione innovativa per rendere il settore delle costruzioni più sostenibile e in linea con gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra.

Un futuro verde: l’importanza della canapa per la transizione ecologica

In un’epoca di crisi climatica, è fondamentale trovare soluzioni innovative e sostenibili per ridurre l’impatto dell’uomo sull’ambiente. La canapa rappresenta una di queste soluzioni, grazie alla sua versatilità e ai molteplici benefici ambientali che offre.

La coltivazione della canapa non solo contribuisce alla riduzione delle emissioni di CO2, ma favorisce anche la rigenerazione del suolo e la protezione dell’aria e dell’acqua. Inoltre, la sua capacità di fornire fibre tessili sostenibili, biocarburanti e materiali da costruzione ecologici la rende una risorsa preziosa per la transizione verso un’economia circolare e a basso impatto ambientale.

In un contesto globale dove le risorse naturali sono sempre più scarse e le emissioni di gas serra continuano ad aumentare, la canapa potrebbe diventare una delle principali colture del futuro, offrendo soluzioni concrete per affrontare le sfide ambientali e promuovendo uno sviluppo economico più sostenibile.

Conclusioni

La pianta di canapa, con la sua storia millenaria e le sue straordinarie capacità, si sta dimostrando un’alleata fondamentale nella transizione ecologica. Le sue proprietà di depurazione del suolo e dell’aria, insieme alla sua versatilità nella produzione di fibre tessili sostenibili, biocarburanti, biogas e materiali da costruzione, la rendono una risorsa inestimabile per affrontare le sfide ambientali del nostro tempo.

Sebbene la sua coltivazione sia ancora ostacolata da normative in alcune aree del mondo, il crescente interesse per le soluzioni sostenibili sta portando a una rivalutazione del suo potenziale. Investire nella ricerca e nello sviluppo di tecnologie che sfruttano la canapa potrebbe aprire nuove strade verso un futuro più verde e prospero per il nostro pianeta.

Promuovere una maggiore consapevolezza sui benefici ambientali e industriali della canapa sarà fondamentale per favorire un cambiamento positivo e accelerare la transizione verso un’economia a zero emissioni.

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